Abbiamo appena terminato di fare una chiacchierata con Marco Pozzi, giovane talento cresciuto nel Milano ed ora in forza all’Hc Valpellice Arce, dove in 35 partite ha messo a referto i suoi primi 4 goal in serie A ed 8 assist.

AD: “Marco, iniziamo con una domanca classica…ci fai un’analisi della tua stagione?”

MP: “Per ora la reputo molto positiva, ho avuto l’occasione di giocare con diversi giocatori con età, esperienze e stili di gioco diversi, tutto ciò mi ha dato modo di imparare parecchio.”

AD: “Ecco, visto che l’hai detto tu, approfondiamo il discorso. In questa stagione hai potuto giocare con Grossi, Iannone, Petrov, A. Aquino, Canale e Frigo, con chi ti sei trovato meglio?”

MP: “Con Dino (Grossi n.d.r.), lotta sempre fino alla fine, non è mai domo, vuole sempre dare di più, in questo ci assomigliamo parecchio. Anche con Frigo e Canale mi sono trovato bene, abbiamo tutti e tre voglia di fare di dimostrare il nostro valore.”

AD: “Visto che hai introdotto il discorso giovani, tu, insieme a Matteo Tessari dell’Asiago, se uno dei giovani italiani con il minutaggio più alto e con più punti sul tabellino di marcia. Secondo te, però, come mai i ragazzi faticano ad emeregere nel nostro campionato?”

MP: “Essenzialmente perchè hanno poco spazio, si preferiscono stranieri collaudati. Sicuramente qui in Valpellice la politica è innovativa, io non avevo mai visto una terza linea tutta di giovani di cui 2 alla prima esperienza in A.”

AD: “Questa non è la tua prima volta in A, avevi già giocato con il Milano in passato, poi hai giocato con il Valpellice e il Varese in A2, è cambiato qualcosa nel livello del campionato?”

MP: “Sicuramente si, mi ricordo gente come Savoia, Kurtz, Kelly, Stephenson ed altri con esperienza in NHL. Ora il livello è cambiato a mio vantaggio, mi pare meno qualità ma più intensità. Ma magari sono anche io che sono cresciuto, allora avevo solo 18 anni e sentivo molto la differenza da loro, mentre ora mi sono abituato.”

AD: “Continuando a parlare del tuo passato, tu hai avuto una stagione opaca giocata tra Valpellice e Milano, poi la passata hai avuto un ottimo rendimento. In mezzo sei andato in Canada, cosa è cambiato li?”

MP: “La preparazione atletica estiva, prima non l’avevo mai fatta. Li ho lavorato poco con il disco ma tanto con la palla medica, scatti e frenate per un’ora e mezza al giorno, il risultato è stato che a settembre ero già in forma e non ho dovuto arrancare un mese per recuperare gli altri. Poi c’è da dire che a Varese qualche goal lo devo soprattutto a Donati che mi metteva nella condizione giusta di segnare! Inoltre li non avevamo nessna pressione, non era una squadra fatta per vincere, quindi potevamo permetterci qualche giocata che in altri posti non avremmo tentato.”

AD: ” Continuando a parlare del fisico, come ti sei trovato quest’anno non essendo tanto massiccio? Hai trovato differenze rispetto all’A2?”

MP: “La differenza tra me è gli altri è tanta, ho lavora tutta l’estate con il preparatore, Manganaro, alla fine abbiamo ripetuto i test ed erano tutti migliorati ma il peso no, il mio problema è che ho difficoltà a mettere su massa. Rispetto all’A2, forse li, essendoci più giovani, le differenze sono meno eclatanti.”

AD: “Guardando i vari roster delle squadre di A1, il Valpellice è la squadra più esile e giovane del campionato, pensi che siano 2 fattori che hanno potuto influenzare il rendimento generale?”

MP: “La stazza non penso, basta vedere Sisca, è quasi immarcabile. Magari el riscaldamento se dall’altra parte ci sono Renon e Valpusteria, ci pensi ma poi l’importante è giocare bene e veloci per sopperire alle carenze fisiche. Per l’età…penso che sia più una questione di esperienza, che manca in qualche frangente. Quello che serve è giocare il più possibile ad alti livelli per imparare bene, vedi ad esempio Frigo, ha iniziato a giocare fisso in A1 a soli 16 anni, tra 4 ne avrà 20 e giocherà con molta più esperienza di chi esordirà nel massimo campionato a quell’età.”

AD: “Parliamo un po’ dei singoli…Capitolo Vogin, come ti sei trovato con lui come allenatore?”

MP: “E’ un allenatore molto preparato con obbiettivi precisi. Ha avuto la fortuna di potersi costruire la squadra scegliendo non solo in base al tasso tecnico e al talento, ma anche sul lato umano vedendo ciò che ognuno poteva apportare.”

AD: “E’ notizia di qualche giorno fa la partenza di Beauregard, stagione difficile per lui. Secondo te cosa non gli ha permesso di esprimersi al meglio nel nostro campionato?”

MP: ” Non credo che siano stati ne il cambio di compagni ne di campionato, penso che ci siano delle stagioni che non riesci a dare il massimo e non sai perchè, ci sono dei fattori e coincidenze che influiscono e non si riesce a rimettere in carreggiata l’anno. Guarda per esempio me, ho fatto una stagione buona con il Valpellice e Milano, poi quella dopo è stata per me bruttina, e l’anno scorso a Varese qualsiasi cosa toccassi entrava in rete.”

AD: “Al suo posto è arrivato Hakaana, cosa pensi abbia apportato alla squadra?”

MP: “Solidità difensiva. Non è spettacolare come Ruggeri o Smith, ma è molto efficace e gioca semplice. A me piace molto.”

AD: “Per rimanere in tema, attacco devastante e difesa scricchiolante cosa pensi sia mancato a questa Valpe?”

MP: “Sicuramente non è colpa dei soli difensori, in difesa giriamo tutti male. Il perchè non lo so, se lo sapessimo probabilmente avremmo trovato una soluzione! Forse dovremmo ripartire più velocemente quando riprendiamo il disco e liberare in fretta il nostro terzo, tanto in attacco di velocità ne abbiamo parecchia.”

AD: “Quest’anno oltre ai classici Mondiali ci sono le Olimpiadi, chi vincerà secondo te? L’Italia a cosa può ambire?”

MP: “Penso che la Russia sia favorita in entrambe le competizioni, i loro avversari sono costretti a non fare falli se no con Ovechink, Malkin, Kovalchukm, Gonchar e Semin in powerplay diventa davvero dura, sono dei marziani! Per l’Italia penso che possiamo salvarci senza troppi patemi ed evitando il relegation round.”

AD:  “Visto che siamo all’epilogo della stagione in corso, hai già pensato alla prossima?”

MP: “Mi piacerebbe rifirmare qui, magari avere un progetto pluriannuale con la società. Ma questo si deciderà tutto a campionato finito ora dobbiamo pensare a terminare la stagione nel migliore dei modi.”

AD: “Ultima domanda: che rappporto hai con la Valpellice e la sua gente?”

MP: “Beh vivo e lavoro qui oltre a giocare a hockey, ormai qui mi hanno adottato. Ho un bel rapporto con tutti, per la strada la gente mi ferma e mi fanno sempre domande. Fa piacere essere parte di una comunità dove la gente apprezza quello che fai.”

AD: “Bene, direi che la nostra chiacchierata può terminare qui, un saluto per i nostri lettori?”

MP: “Ringrazio Alberto per l’intervista dedicatami, saluto tutti i lettori e FORZA VALPE! SEMPRE E COMUNQUE!”